Il Dominio Vescovile(789-1220 d.C.)

Ultima modifica 15 aprile 2021

Il Dominio Vescovile(789-1220 d.C.)
Con la donazione del 789 di Magno, Castell'Arquato passa sotto il dominio del Vescovo di Piacenza, che tra l'altro poco prima dell'anno mille riceverà dall'imperatore Ottone III il titolo di conte [il primo vescovo-conte di Piacenza è Sigifredo]. È questo un momento particolare della storia della Chiesa, fin troppo intrecciato con le vicende del potere temporale.

Ci sono testimonianze che negli ultimi decenni del primo millennio il borgo arquatese godesse di notevole vitalità. Venivano allestite almeno tre volte l'anno importanti fiere nelle quali si commerciavano bestiame, vino, olio, cereali, forse anche prodotti finiti. I proventi di queste attività commerciali sono in questi secoli a vantaggio dell'autorità vescovile. Intorno all'anno mille anche Castell'Arquato gode della ripresa dopo i secoli bui e vede un aumento del fenomeno di urbanizzazione con la nascita del quartiere poi detto di Monteguzzo, nella parte inferiore del terrazzamento naturale su cui era sorto il primitivo castrum.

Negli anni della discesa del Barbarossa (1154) esistevano corti vescovili e homines del vescovo, che avevano l'obbligo di provvedere alla custodia delle fortificazioni. Il Vescovo godeva per il territorio arquatese del fodro [diritto di esazione delle imposte dirette] su tutti gli uomini, nobiles, burgenses o castellani che posseggono case e terreni e sugli ecclesiastici di Santa Maria.

In conclusione si può ricavare dalle fonti che i Vescovi di Piacenza esercitassero su Castell'Arquato un forte potere di carattere feudale e patrimoniale, minore doveva essere il peso del Comune di Piacenza. Parecchi abitanti della Val d'Arda erano sottoposti a giuramento di fedeltà feudale, il Vescovo esercitava i cosiddetti poteri bannali. [sono poteri di comando, di reclutamento di soldati, di amministrazione di giustizia, di imposizione di tributi, e di ore di lavoro; obblighi a servirsi, e a pagarne l'uso, del mulino, del frantoio, del forno del signore]

Dal 1204 al 1207 il Vescovo di Piacenza Grimerio scelse come dimora Castell'Arquato, luogo sicuro durante le lotte per intaccare immunità e privilegi economici del clero, tra Comune piacentino ed Episcopato. In questo periodo Grimerio getta le basi di una maggiore autonomia del borgo per sottrarlo all'influenza del comune di Piacenza. È un momento di crisi economica per l'Episcopato piacentino come per la pieve arquatese.

La concessione del governo autonomo avviene ufficialmente nell'estate del 1220.