Età Romana

Ultima modifica 15 aprile 2021

Età Romana
Non è ancora definito il rapporto del territorio che diventerà il borgo arquatese nei confronti dei municipia di Veleja e Piacenza, all'intersezione dei cui territorio si trovava. Il confine tra piacentino e velejate pare essere nato dalla situazione di belligeranza tra Liguri, Galli e Romani (che poi li sconfissero), prima della fondazione della colonia di Piacenza (218 a.C.).

Le origini dell'agglomerato sono ancora nella nebbia, anche se la posizione salubre rispetto alle aree paludose, fa presumere che fosse fabbricato e abitato un castrum quadratum a difesa contro i Liguri (fine III sec. a.C o inizio II sec).

I primi documenti scritti sulla toponomastica risalgono all'VIII sec d.C. (fine del dominio longobardo) parlano di Castro Arquato altri più tardi di Castel Quadrato o Castell'Arquato . Una leggenda narra che il cavaliere romano Caio Torquato avrebbe fondato un castrum, Castel Torquato, Castra Torquata. Plausibile è che un castrum romano sorgesse sullo sperone roccioso dove oggi svetta la Rocca Viscontea, ma non vi sono ritrovamenti archeologici a supportare l'ipotesi.
I ritrovamenti di epoca romana sono invece significativi:
- Resti di un ponte sull'Arda
- Resti di un insediamento rurale in località Crocetta
- Tomba in località Pontenuovo
- Tracce murarie alla Sforzesca e vasi di impasto scuro
- Tracce di abitato rustico alla Pusterla e molti altri

Castell'Arquato può essere nata attorno ad un castrum militare risalente ai primi tempi della colonizzazione romana. In epoca imperiale si sviluppò probabilmente come piccolo capoluogo rurale, in una posizione favorevole nella rete viaria romana. La centuriatio romana pare non aver subito grossi sconvolgimenti nel paesaggio rurale circostante Castell'Arquato. E anche l'economia ancora oggi praticata ha radici in epoca antica, soprattutto la vitivinicoltura, coltura di alberi da frutto e cerealicoltura.

A partire dal Basso Impero, poi con la caduta dell'Impero Romano e le invasioni barbariche si manifestò il degrado dell'economia rurale anche per il duro colpo inferto da pestilenze e carestie.